Esiste davvero l’unità d’Italia?

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Parliamoci francamente, diciamocelo schiettamente…possiamo davvero affermare, che l’Italia sia una vera nazione, coesa e affiatata? Davvero credete che lo sia, oppure ritenete che essa sia soltanto un “coacervo” di culture, identità e modi di pensare e di agire, assolutamente separati e ben distinti l’uno dall’altro?

A nostro avviso, la risposta è molto semplice, eravamo e siamo rimasti 24 micro nazioni che poco o nulla hanno in comune fra di loro, tenute insieme dalla colla autoritaria di un progetto folle, ordito da nazioni straniere ( Inghilterra e Francia ), posto in essere da società eversive e terroriste ( vedi carboneria e massoneria ), e da un manipolo di lestofanti e avventurieri. Non a caso, lo stesso Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due mondi e del Risorgimento, altri non era che un commerciante di schiavi, al soldo della bandiera inglese, sempre pronto a qualsiasi genere di eccesso e a dar sfoggio dei più bassi istinti umani, gran frequentatore di postriboli, bettole, osterie e di donne dai facili costumi, al quale durante uno dei suoi viaggi in America Latina, furono persino mozzate entrambe le orecchie per via di un furto di cavalli da lui perpetrato.

Ci possiamo dunque meravigliare se le cose da noi non funzionano? Per farle funzionare è noto che occorrono, sinergia e spirito di squadra. Invece noi siamo come un traballante carro in viaggio per non si sa dove, dove ognuno spinge, tira o molla per proprio conto, e approfittando della confusione di tale “andazzo”, ognuno infila le mani tra le assi disconnesse del carro stesso, per “sbocconcellare” la sua quota del carico, conscio del fatto, che il carico non arriverà mai a destinazione, e ammesso che in qualche luogo arrivi, nessuno si preoccuperà di fargli avere la sua parte di profitto. 

Dite la verità, la descrizione che abbiamo evidenziato in grassetto, non corrisponde esattamente al quadro generale dell’attuale situazione peninsulare?? Sfidiamo qualsiasi intellettuale a confutare quanto da noi asserito!

Oggi al massimo, potrebbero coesistere due o tre regioni, molto affini le une con le altre, ma sottolineiamo ” coesistere ” perché, cosa ha a che spartire, un friulano con un piemontese, oppure un lombardo con un valdostano, o un ligure con un veneto, un siciliano con un pugliese e via discorrendo…proprio per non voler estremizzare la situazione facendo paragoni fra altre identità culturali ben più distanti le une dalle altre…

Ognuno da il meglio di se stesso, quando sa cosa sta facendo e per chi lo sta facendo e offre proprio il massimo, quando ciò che fa, lo fa per una causa in cui si riconosce totalmente. Questo punto riteniamo sia centrale e fuori da ogni dubbio e discussione vero?

Dove vedete quindi, questa causa comune in una nazione dove il concetto di patria termina nel momento stesso, in cui varchiamo il cartello di ogni singolo paesino o frazione di paese, recante la scritta “ARRIVEDERCI” ?

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